Il Museo Margaritiano

In un salone della villa ha sede il “Museo Margaritiano”, un'ampia raccolta di circa 500 reperti relativi a S. Margherita, Patrona di Cortona.

Oltre al materiale librario a vario contenuto, tra cui 55 biografie, alcune delle quali in francese, in tedesco e in fiammingo, sono degni di nota un lungo manoscritto del 1897, che raccoglie tra l'altro la descrizione particolareggiata di tutte le feste effettuate presso la basilica nel 6° centenario della sua morte (per la Chiesa il “dies natalis”) e un libro contenente l'intero processo per la canonizzazione della Santa.

Tra i dipinti presenti merita particolare attenzione un quadro settecentesco che riproduce gli ultimi istanti della vita terrena di Margherita, con l'estrema unzione a lei impartita.

Numerose sono le reliquie, tra cui una di prima categoria, cioè contenente una parte del corpo della Santa.

Il museo è arricchito da numerose stampe di varia epoca, dal Seicento al Novecento, oltre che da statue in vario materiale (ceramica, bronzo, marmo), nonché da medaglie ed oggetti di culto popolare.

Il materiale raccolto comprende anche documenti discografici (tra cui l'opera di Licinio Refice dedicata a S. Margherita e rappresentata per la prima volta al Teatro La Scala di Milano) e filmici.

Tra le curiosità presenti merita conto ricordare una foto di un altare del convento francescano di Salvador de Bahia in Brasile, dove nella statua che la ritrae S. Margherita appare nuda nella parte superiore del corpo con ben evidenti gli strumenti penitenziali che era solita portare.

Buon ultimo, di estrema curiosità, anche se blasfema, è la pagina di un libro francese dei primi del XX° secolo con una preghiera pornografica dedicata alla Santa, ché erroneamente e immotivatamente Margherita è stata considerata spesso la Patrona delle prostitute.